PRIMO PIANO: Tagli pubblicitari e tagli cinematografici.

Americo Bazzoffia
di Americo Bazzoffia

Da una recente ricerca si è costatato che la frequenza media dei tagli cinematografici nella pubblicità è considerevolmente superiore rispetto a quella presente – a parità di tempo – nei prodotti cinematografici.

Si potrebbe obiettare che un linguaggio “breve” come lo spot pubblicitario, dovendo raccontare una storia in soli 30 o 15 secondi, necessariamente richiede un uso intensivo dei tagli. In realtà, dalla ricerca emerge che i tagli cinematografici presenti in pubblicità sono superiori a quelli presenti nei videoclip e lievemente superiori anche a quelli presenti nei trailers cinematografici.

Chiedersi quali effetti tutto ciò produce è doveroso.

Il primo aspetto è di natura estetica, lo spot montatato con delle brevi sequenze tagliate consente di far effettuare delle connessioni logiche al soggetto ricevente il messaggio, senza doversi dilungare in una narrazione prolissa e noiosa. Un esempio in tal senso: vediamo un uomo chiudere la porta di casa sul pianerottolo /taglio/ lo stesso uomo è per strada nei pressi di un portone. E’ evidente che ha sceso le scale dell’edificio in cui si trovava, ma noi non lo abbiamo visto, lo abbiamo dedotto.

Tuttociò permette anche una dinamicità nella narrazione e la possibilità di imprimere al prodotto audiovisivo un ritmo sostenuto e pertanto affabulatorio.

Dal punto di vista psicologico, la grande quantità di tagli, rende la pubblicità nuova, più moderna, giovanile e innovativa, non solo, il salto di scena, attraverso il taglio cinematografico, tiene desta l’attenzione del consumatore (se si perdono troppe sequenze si perdono i passaggi logici che il soggetto deve compiere per decodificare correttamente il messaggio).

Ma siamo certi che l’eccessivo uso dei tagli in pubblicità giovi ?

Si ritiene che non sia particolarmente importante il numero dei tagli cinematografici che in un annuncio vengono effettuati, ma dove questi tagli sono posti. E’ dan fin troppo tempo che il consumatore è immerso in una marmellata mediatica fatta di annunci brevi, anzi brevissimi. Per poter funzionare, oggi più di ieri, storia, prodotto e brand devono essere presenti con legami psichici indissolubili… eppure a volte i tagli cinemtografici frammentano e separano il messaggio dal prodotto e dal brand, un pò come nella lunga tradizione carosellistica si marcava la distanza tra il codino e lo scheck comico. Un esempio per tutti il vecchio spot della Fiat “Buona Sera”: una bella ragazza discute con il fidanzato e alla fine attaccando il telefono ad alta voce gli dice “esco con il primo che capita”. Frase ascoltata da un vicino di casa che si precipita davanti alla porta della giovane. Quando la ragazza sta per uscire apre la porta e si ritrova davanti il vicino di casa che lieto di essere il “primo che capita” con voce ammiccante gli dice “Buona seraaaa…”. Al che taglio cinematografico e automobili a go go Fiat e claim della campagna.

Non si stupisca il lettore se ricorda lo scheck comico e non il prodotto, anche io stento a rammentare il modello pubblicizzato, perché il taglio cinematografico è intervenuto nel momento sbagliato. Il taglio cinemetografico è intervenuto così profondamente da tagliare anche la connessione logica tra la storiella e il brand e tra la storiella e il prodotto pubblicizzato. In sostanza il codino con il marchio e l’auto Fiat da pubblicizzare invece di essere un tuttuno con la storia, si è sganciato e ancora vaga nella galassia dei messaggi che lo seguivono e che nessuno ricorda.

Diamo un taglio alla pubblicità… ma un taglio intelligente….

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...