9 MARZO 1959: 50 ANNI DI BARBIE MATTEL
Il 9 Marzo 1959 fu un giorno memorabile per ogni bambina e, ancora di più, per i proprietari della Mattel. A quella data, infatti, è associata la nascita di una delle icone fashion più importanti e acclamate degli ultimi cinquant’anni. Non si tratta di un’attrice, anche se ha preso ispirazione da molte star di Hollywood, né di una cantante o di una procace Playmate, ma più semplicemente di Barbie, l’amica del cuore di milioni di bambine in tutto il mondo. All’epoca non aveva le stesse caratteristiche odierne, ma fece capire fin da subito che sarebbe stata una rivoluzione e, soprattutto, una miniera d’oro inesauribile per i propri genitori.
In un mondo dove le bambole per bambini avevano unicamente le sembianze di bebè, Ruth Handler propose al marito Elliot, cofondatore della Mattel, di realizzare un giocattolo dal corpo di adulto. Rifiutata inizialmente l’idea, fu solo dopo aver scoperto l’esistenza di Bild Lilli, formosa bambola tedesca venduta per la prima volta nel 1955, che il progetto Barbie (da Barbara, figlia di Handler e sua fonte di ispirazione) iniziò a muovere i primi passi, per arrivare al fatidico 9 Marzo del ’59 con un lancio in grande stile. Coda da cavallo bionda o mora e costume zebrato sono stati i primi segni distintivi di un’icona della moda capace, nell’arco dei propri cinquant’anni di vita, di cambiare stile, meglio di Madonna.
Per rimanere sempre al passo con i tempi, inoltre, la stessa Barbie ha subito diversi “interventi” estetici che le hanno permesso di attestarsi sempre al top dei canoni di bellezza in ogni periodo storico, fino ad arrivare all’attuale versione “più fianchi e meno seno” in linea con i modelli e i valori educativi odierni.
La gran quantità di modelli realizzata ha contribuito alla nascita di una nutrita schiera di collezionisti, capaci di spendere fino a $3552.50 per un modello mint del 1959 e di nutrire ulteriormente il fenomeno Barbie.
A festeggiare i propri cinquant’anni, quindi, più che una semplice bambola è un vero e proprio simbolo, capace da una parte di oltrepassare perfino le barriere razziali, ma dall’altra di incarnare in una sola parola il concetto stesso di ragazza frivola.